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La prima volta fu in Portogallo, io ancora mi dilettavo col windsurf. Un gruppo di surfisti stava in cima all'onda col ricciolo sopra la testa. Onde grosse, due o forse anche tre metri.
Per andare fin lassù dovevano prima aggirarle, studiarle, capirle e prenderle per il verso giusto. Quelle buone parevano cicliche, ne capitava una ogni tre o quattro a seconda dei momenti ma non sembrava difficile capire per loro che l'onda buona stava arrivando: monta, cresce, diventa verticale e si scarica con un tuono sulla battigia. Che spettacolo guardarli, che attrazione fatale fu per me! Tornai ogni giorno ad ammirare le loro prodezze, ma più ancora ad impazzire per la bellezza di quei frangenti. Secondo la marea, la corrente spingeva quei ragazzi verso il largo o verso riva, se c'era vento le cose cambiavano ancora. Era come se un orologio naturale cominciasse a scandire il ritmo ondoso. Poi, d'un tratto era tempo. Dapprima un piccolo gonfiore dell'acqua che sembrava appena in movimento. Cresce, s'innalza. Qualcuno percepisce che è la 'sua' onda e gira la tavola con decisione ma senza fretta apparente. Il tempismo mi sembrava decisivo. Ho capito da subito che l'onda va presa al momento giusto, non un attimo prima, non uno dopo. Bastarono pochi giorni per farmi decidere di barattare la vela con una tavoletta da surf! E bastò ancora meno a farmi capire che per un bel pò il surf sarebbe stato un pezzo importante della mia vita. In cima ad un'onda ci si sente piccoli, dei fuscelli, la sua forza è spaventosa. le sensazioni forti, spesso dirompenti, ma quando si imparano i segreti per 'assecondarla' l'onda diventa tutto: natura, energia vitale, forse il senso stesso dell'essere uomini. Conoscerne i segreti è saper governare i propri equilibri. Dietro quella schiuma e quelle trasparenze azzurrine, solo all'apparenza inconsistenti, dietro quei tre milioni di gocce d'acqua c'è la potenza vibrante del mare e del mondo. Farsi trasportare o farsi travolgere è un dilemma che vale nel surf come nella vita di oqnuno. A volte 'vivere' è molto più impegnativo che stare in equilibrio su di una tavola. Pensiamo a quante volte un'onda della vita ci ha preso e rivoltato proprio quando pensavamo di essere saldamente in cresta. Le sconfitte o la perdita di persone a noi molto care..... Le onde della vita sono di gran lunga più difficili da cavalcare e forse è per questo che il surf ci eletrizza e ci stimola così tanto.
DEDICATO A CHI NON C'E' PIU'.
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